Cani e gatti potranno essere curati con farmaci ad uso umano: la svolta nella legge di Bilancio

Approvato in commissione un emendamento della deputata PD Patrizia Prestipino: saranno i medici a valutare di volta in volta se prescrivere un medicinale non veterinario ma con il medesimo principio attivo

 

I veterinari italiani potranno prescrivere per gli animali domestici farmaci di per uso umano contenenti lo stesso principio attivo di cui il cane o il gatto necessitano. La norma contenuta nell’emendamento alla legge di bilancio presentato dalla deputata Pd Patrizia Prestipino, approvato in commissione e su cui lo stesso ministro della Salute Roberto Speranza aveva dato parere positivo, è una svolta che potrebbe consentire significativi risparmi per le famiglie, ma anche per le associazioni e le pubbliche amministrazioni che gestiscono rifugi e canili. La separazione oggi in vigore tra farmaci ad uso umano e ad uso veterinario, anche per medicinali molto simili tra loro, comporta infatti esborsi molto maggiori per i secondi. «Si tratta di un grande risultato ottenuto a costo zero — commenta la stessa on. Prestipino —, che farà risparmiare allo Stato nella spesa veterinaria per i canili, le associazioni animaliste e i milioni di italiani che hanno animali da affezione, ma soprattutto favorirà le adozioni. Curare gli animali non sarà più un salasso, questo è un bellissimo regalo di Natale per tanti cittadini». È un primo passo. In realtà l’Inter-gruppo parlamentare per i diritti degli animali, che raccoglie rappresentanti di tutte le forze politiche, aveva presentato un’ampia piattaforma di richieste di provvedimenti «pet friendly» ma al momento quelli più significativi, a partire dalla riduzione dell’Iva sulle prestazioni veterinarie, non sembrano avere grandi changes.

La soddisfazione degli animalisti

Le associazioni animaliste da tempo chiedono di superare questo vincolo, che per le persone meno abbienti può diventare un ostacolo molto forte al fornire adeguate cure ai propri cani o gatti. Non un disincentivo, perché chi ama gli animali tende a non far mancare loro l’indispensabile, rinunciando piuttosto ad altro. Ma di certo un forte vincolo che può pregiudicare la serenità nelle scelte. La Lav, che da tempo ha lanciato le campagne #curiamoli-tutti e #ipiùtassati per chiedere agevolazioni a favore delle famiglie che accudiscono animali domestici, accoglie con soddisfazione la novità. «Finalmente, dopo anni di battaglie e petizioni affinché la cura dei quattro-zampe non fosse più considerata un lusso, viene riconosciuto per legge il diritto-dovere alluso del farmaco equivalente — commenta Gianluca Felicetti, presidente dell’associazione —. Si mette così fine a una delle disparità di trattamento del diritto alla cura degli animali familiari: ad oggi la parità di principio attivo ad uso veterinario può infatti incredibilmente costare anche dieci volte di più rispetto a quello per uso umano». «Il randagismo è combattuto ogni giorno da chi adotta un animale dai canili e dai gattili e dai gestori dei rifugi — osserva invece il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto —. Appare davvero iniquo continuare a penalizzare chi adotta un animale o ne ha cura nelle strutture di ricovero o nelle colonie feline. Il legislatore colma una lacuna, in attesa di un generale abbassamento dei prezzi della sanità animale». E Walter Caporale, presidente di Animalisti italiani: «Si tratta di un risparmio enorme per i cittadini, per lo Stato e per le associazioni animaliste. Ciò assicurerà agli animali un migliore accesso alla cura e abbatterà i costi eccessivi e ingiusti dei farmaci ad uso esclusivo per i pet, attorno a cui ruotavano meri interessi economici di lobbies farmaceutiche».

I possibili risparmi

La Lav ha provato a fare qualche conto: se il cane o il gatto avranno bisogno di un antibiotico, spiega in una nota, prescrivendo il prodotto ad uso umano si potranno risparmiare circa 10 euro; se l’animale ha la gastrite si potranno risparmiare 20 euro per ogni confezione, mentre per le patologie croniche di un cane cardiopatico in un anno si potranno risparmiare fino a 35 euro. Numeri e risparmi che si moltiplicano per i Comuni, che hanno in carico la gestione dei randagi trovati nei propri territori e custoditi in canili e rifugi e che pagano sia per il loro mantenimento sia per le loro cure.

L’iter della legge

L’emendamento non è ancora legge. Il testo si configura come una integrazione del Dl 193/2006 (che aveva recepito la direttiva europea relativa al codice comunitario sui medicinali veterinari) e prevede che il ministro della Salute, dopo avere sentito l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), emetta un decreto entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge di Bilancio, che approderà in Aula alla Camera il 22 dicembre e che poi dovrà essere votata anche al Senato. Quindi, ragionevolmente, si può pensare che se l’emendamento sopravviverà all’iter parlamentare della manovra si potrà avere il decreto che sancisce il via libera entro la primavera.

Cosa prevede

L’emendamento Prestipino precisa che resta comunque valido il principio dell’«uso prioritario» dei medicinali veterinari per le cure degli animali, ma di fatto viene concesso ai veterinari di poter prescrivere per gli animali «non destinati alla produzione di alimenti», quindi gli animali da affezione o quelli da lavoro, anche medicinali umani, a condizione che abbiano lo stesso principio attivo rispetto all’equivalente veterinario previsto per la patologia in cura. Il testo affida al medico la valutazione «tenuto conto della natura delle affezioni e del costo delle relative cure». Insomma, il veterinario potrà decidere in coscienza cosa è meglio per il proprio paziente e anche per il suo proprietario. Ci potrà tuttavia essere una limitazione alla vendita di medicinali non veterinari per curare gli animali qualora si registrino carenze tali da pregiudicare la disponibilità di quegli stessi farmaci per le cure delle persone. In quel caso, con un intervento dell’Aifa, potrà essere disposto il solo utilizzo umano per un periodo da definire in base alla situazione e alle necessità.

di Alessandro Sala

22 dicembre 2020

(Fonte IL CORRIERE DELLA SERA)