Tartarughe – Due Comuni alla guerra per le uova di testuggine

Ladispoli e Cerveteri si contendono la nidificazione delle Caretta caretta. I volontari proteggono la covata.

 

LO SCONTRO

Ladispoli e Cerveteri come Lampedusa si preparano ad accogliere le future tartarughe marine. Emigrate verso nord ” per il riscaldamento dell’acqua”, dicono gli esperti, le Caretta caretta, specie a rischio, hanno scelto il litorale a nord di Roma per nidificare. Un evento eccezionale, mai registrato prima almeno nell’ultimo mezzo secolo. Uova osservate speciali da un esercito di volontari, biologi, guardiaparco e associazioni pronti ad organizzarsi in turni anche notturni per monitorare il nido e salvaguardare questi simpatici esemplari. Tra circa un mese potrebbero schiudersi.

I DUE COMUNI

E’ una covata però contesa tra i due comuni al confine, Ladispoli e Cerveteri. E’ il 3 agosto quando una prima Careta tenta lo sbarco a Campo di Mare, frazione di Cerveteri. Entusiasmo e troppi flash dei vacanzieri a caccia di selfie, in più le grida di bimbi, spingono l’ospite a cercare un riparo più sicuro. Tempo un’ora ed ecco che la tartaruga, forse la stessa, sbuca tra le onde a Ladispoli e lascia le sue 90 uova a Palo. Una odissea: la mareggiata rischia di travolgerle, così la capitaneria di porto e Tartalazio le recuperano sotterrandole sulla spiaggia di Campo di Mare, il luogo originario. Un fatto giudicato grave dal comune di Ladispoli che minaccia azioni legali. “Perché sono state spostate a Cerveteri? – interviene Pierpaolo Perretta, il vicesindaco – la tartaruga aveva scelto un nostro lido e l’area era stata perimetrata. Senza comunicazione, le uova, di notte e in silenzio, sono state portate a chilometri di distanza in un comune diverso: difficile capire le motivazioni scientifiche di una simile scelta che si spera non siano causa diretta di danni alla covata”. Risponde Luca Marini, coordinatore di Tartalazio, rete regionale creata per il recupero e soccorso delle tartarughe marine. “Abbiamo ricostruito quella giornata caotica – afferma Marini – e si può dire che alla fine abbiamo salvato le uova perché stavano per essere inghiottite dalle onde a Ladispoli riportandole cosi nel luogo dove probabilmente  la tartaruga aveva tentato di deporle nel pomeriggio, e cioè a Cerveteri. Non abbiamo pensato minimamente al Comune ma solo a dove offrire loro maggiore protezione”. Frecciatina verso Ladispoli neanche troppo velata del sindaco etrusco. “A noi interessa che rispetto ad altri comuni costieri – evidenzia Alessio Pascucci – abbiamo ricevuto il giudizio positivo di Goletta Verde riscuotendo i complimenti dei turisti. Siamo sempre al servizio della tutela ambientale. Ho firmato un’ordinanza per evitare l’affollamento di persone nell’area delle uova”. 

IL BRACCIO DI FERRO

Quello tra i due comuni è un continuo duello a colpi di “uova”. Lo scorso anno Jovanotti decise di spostare il suo “Jova Beach” a Cerveteri dalla costa Torre Flavia di Ladispoli, sito interessato dalla presenza dei fratini, uccelli rarissimi. Il mega concerto sotto l le stelle alla fine si svolse nella frazione di Campo di Mare tra mille polemiche. Braccio di ferro a parte, il conto alla rovescia è partito. E grazie alla supervisione dei volontari le uova sarebbero al riparo da vandali e predatori, soprattutto gabbiani. Gianluca Vannoli, operatore balneare ha persino costruito una doppia recinzione per salvaguardare le uova. Le associazioni ambientaliste hanno al loro interno alunni e genitori. “Una vera rete di protezione – sostiene Beatrice Cantieri, presidente di Scuolambiente – che cresce ora dopo ora. Naturale sacrificarsi per un evento di tale portata”. La guardia costiera di Ladispoli-Marina San Nicola puntualmente effettua sopralluoghi per una maggiore sicurezza con gli addetti della Riserva di Macchiatonda. “Speriamo questa nidificazione sia solo la prima di una lunga serie” , dice Rita Paone di Marevivo. I biologi Massimilaino Lipperi e Roberta Monti sono in costante contatto con la Regione e Sea Shepherd (organizzazione che si occupa della fauna ittica) e con i volontari che si danno il cambio. “A ridosso della schiusa – promette il coordinatore di Tartalazio Marini – attiveremo una sorveglianza h24. Faremo di tutto per farli nascere”. 

di Emanuele Rossi

20 Agosto 2020

(Fonte IL MESSAGGERO di Roma)