Save the Dogs sulle orme della Bardot «Sterilizziamo i cani per salvarli»

Il randagismo è un’emergenza. Sara Turetta, che fondò l’associazione contro i massacri di randagi in Romania, alla vigilia del «Dreamers Day» annuncia la nuova iniziativa

 

C’è chi parla, addirittura, di «emergenza sanitaria». La crescente popolazione di cani randagi in alcune regioni del Sud Italia preoccupa istituzioni e associazioni animaliste. Il campanello d’allarme è scattato da tempo. Ma il tema fatica a trovare posto nell’agenda politica. E mentre in alcune aree del nostro Paese resistono impuniti i canili «lager», si assiste a una pietosa transumanza di animali che risale lo Stivale, ad opera di decine di associazioni che pensano di dare un futuro diverso ai trovatelli. Fenomeno, questo, che invece di recente ha spinto la Lombardia ad avviare un’indagine sui flussi e a «chiedere l’intervento del nucleo forestale dei Carabinieri», come spiega Piero Frazzi, direttore del servizio veterinario regionale.

I fondi

Le cause del recidivarsi del randagismo sono chiare a tutti. C’è una legge, la 281 del 1991, che ha cancellato l’eutanasia di Stato: prima, se nessuno reclamava il randagio entro sette giorni dalla cattura, fosse cane o gatto, veniva ucciso. È stato introdotto l’obbligo di cattura e ricovero da parte dei comuni, di sterilizzazione da parte delle Asl, di identificazione con microchip. Dove la legge viene rispettata, l’80 per dei cani vaganti catturati e portati nei canili è restituito al proprietario. E i canili, quando lavorano bene, riescono a mantenere l’equilibrio ingressi-uscite con le adozioni dei trovatelli.

Servono fondi. I governi hanno alimentato un flusso importante per anni, poi la tendenza di è invertita: si è passati dai 4 milioni e 300 mila euro nel 2005 ai 300 mila euro del 2017. Fondi che vengono ripartiti tra le regioni in base al numero di nuovi ingressi nei canili e di animali sterilizzati. Questo richiede una importante e costante attività sul territorio. Nel 2016 per esempio sono entrati nei canili d’Italia 88.862 cani e 61.093 gatti. Ma i randagi (e parliamo solo di cani) in circolazione sono ancora 700 mila, secondo una stima (al ribasso) della Lega antivivisezione (Lav).

«I cani randagi sono fuori controllo al Sud – denuncia Marco Melosi, presidente di Anmvi, l’associazione nazionale dei medici veterinari – e serve un piano straordinario. Troppo pochi i microchip e le sterilizzazioni». Le due più importanti associazioni animaliste, Enpa e Lav, concordano: «Ci sono interessi e collusioni dietro decine di canili». Carla Rocchi, presidente Enpa nazionale, difende la 218. All’epoca era portavoce dei Verdi: «Abbiamo lottato per una legge civile, che c’è e va difesa. Se ha funzionato al Nord, chiediamoci perché non va bene per il Sud. Sono le Asl a dover lavorare di più, devono sterilizzare i cani», dice. E poi, mentre in grosse realtà come Milano il Comune affida la gestione del canile a un’associazione e paga indipendentemente dal numero degli animali custoditi, incentivando così la politica degli affidi, «al Sud in molte realtà l’amministrazione versa 4 euro al giorno per ogni animale (oltre 1.400 euro l’anno). Ed è così che si sono creati i canili lager e si è alimentato il business mafioso», aggiunge Melosi. «Ci sono comuni in Sicilia che per questo ora hanno deciso di catturare gli animali, li sterilizzano e li rimettono in libertà, invece che nei canili».

Pioniera

E ha le idee molto chiare in materia Sara Turetta, 45 enne fondatrice di «Save the Dogs and Other Animals». Domenica 18 novembre, al Teatro Dal Verme di Milano, sarà speaker della quarta edizione del Dreamers Day, il primo evento al mondo dedicato ai Sognatori pragmatici. Lei è molto più che una sognatrice. È passata da una carriera in PR&Advertising all’incontro con i massacri dei cani in Romania, esperienza agghiacciante che ha dato vita alla sua missione. «Nel 2001 Brigitte Bardot era volata a Bucarest per denunciare quella carneficina. Il randagismo era fuori controllo, la città era in ostaggio di 150mila cani. Ho mollato tutto e deciso che dovevo fare qualcosa». Il centro («Impronte di gioia») con clinica veterinaria che ha aperto nella provincia romena di Costanza oggi è un modello. L’associazione dal 2002 ha provveduto a sterilizzare (gratis) 37 mila animali; in dieci anni ha condotto in porto 7.109 adozioni. È un seme che deve germogliare. «Per questo ora ho deciso di lavorare nel sud Italia». Per i branchi di randagi non c’è più l’eutanasia. Ma spesso muoiono avvelenati. Il nuovo progetto si chiama «Non uno di troppo» e prevede la sterilizzazione gratuita «sia dei randagi sia dei cani di privati». Partirà anche una raccolta fondi. «Lo stato assegna dei fondi, ma l’80 per cento finisce al mantenimento dei cani nei rifugi. Si deve andare a monte, far si che i cani non arrivino in canile».

(Fonte Il Corriere della Sera.it ) – 2 novembre 2018