La seconda vita dei pesci rossi? In acquario

Nella vasca accanto al Trocadéro già in 600 nuotano con gli altri esemplari

 

Li vendono per strada o al mercato, più spesso sono il trofeo dei giochi d’abilità alle fiere o al luna-park: i pesci rossi (ma anche gialli, neri, tigrati…) occupano meno spazio di un cane o di un gatto ma non per questo riescono ad evitare di essere abbandonati da padroni che si stufano presto di loro.

E se sei un pesce rosso non finisci sull’autostrada: quando ti va bene ti buttano in un fiume o in un lago – con conseguenze spesso disastrose per gli ecosistemi perché poi tendono a crescere diventando grossi come carpe e a mangiare cibo e uova delle specie locali -, quando va male direttamente nel water. E non è una bella fine.

Peraltro è poco invidiabile anche la loro vita domestica, quando sono costretti a viverla all’interno di minuscole bocce di vetro, o in vaschette che rappresentano la versione ittica del carcere. A meno che non si trovino a Parigi. Perché nella capitale francese, dove da tempo l’associazione «Peta» si batte contro il loro maltrattamento, l’acquario cittadino ha deciso di accogliere anche i pesci rossi abbandonati, offrendogli di vivere una seconda vita decisamente più dignitosa.

Da due anni a questa parte, ossia da quando la struttura – che si trova al centro vicino al Trocadéro – ha preso questa iniziativa, sono circa 600 i pesci portati lì dai loro ex padroni, praticamente 50 al mese. E nuotano insieme agli altri 7.500 esemplari e a 2.500 meduse. Alcuni li lasciano con sollievo, altri con le lacrime agli occhi, ma da lì in avanti spetta al personale dell’acquario prendersene cura. I nuovi arrivati vengono messi in quarantena e trattati con antibiotici e antiparassitari: alcuni arrivano deboli, il trasporto e il cambiamento dell’ambiente aumentano il loro stress e non tutti riescono a sopravvivere. Quelli che ce la fanno verranno poi trasferiti nei bacini aperti al pubblico dove, in spazi non più angusti, possono crescere e arrivare a misurare fino a 20 o 30 centimetri.

Affinché un pesce possa vivere in buone condizioni – spiega lo staff dell’acquario parigino – servono almeno centro litri d’acqua e che sia pulita, ossia regolarmente filtrata. Non a caso la legislazione di alcuni Paesi europei proibisce espressamente di tenere i pesci rossi in recipienti troppo piccoli. «Penso che ci sia consapevolezza generale riguardo al fatto che gli abusi sugli animali sono un problema – ha spiegato il direttore dell’acquario Alexis Powilewicz – e far vivere un pesce ornamentale in cattive condizioni è una forma di maltrattamento».

Quindi d’ora in avanti a Parigi ci saranno più pesci rossi felici e più padroni con la coscienza leggera. Anche perché quando vogliono possono andare a trovarli, a patto di riuscire a riconoscere il proprio nella grande vasca…

 

Federico Malerba – Lun, 20/08/2018 – 08:54

(Fonte IL GIORNALE)